È una scelta avere il ciclo mestruale? Dal 1973, le donne sono costrette a dover pagare l’Iva sui prodotti mestruali, non essendo libere di poter scegliere autonomamente ciò che riguarda il proprio corpo. Aboliamola!
“Mi chiamo Martina, ho 22 anni e ho il ciclo da quando ne ho 11; non ho scelto di averlo, anzi, all’inizio lo odiavo, non capivo il motivo di sopportare tanto fastidio, nonostante mi fosse chiaro il meccanismo del funzionamento del mio corpo, speravo ogni mese che non mi ritornasse.
Mia madre si è accorta del rifiuto che stavo sviluppando nei confronti delle mestruazioni e ha deciso di fornirmi la consapevolezza del loro valore, sul quale non mi ero mai soffermata: la possibilità di creare la vita. E’ bastato questo per far apprezzare ad una bambina di 11 anni che il proprio corpo perdesse sangue, ogni singolo mese. L’iva attribuita agli assorbenti non è altro che un’occhiata storta da parte dello Stato nei confronti delle bambine, le donne di domani, che accolgono la consapevolezza della procreazione, mentre le loro madri cercano di proteggerle da esso.” (Storia di Martina S.)
Per lo Stato avere il ciclo è un lusso che però non tutte possono permettersi. Questa situazione grava in particolar modo sulle donne con basso reddito, in quanto potrebbe limitarle alla partecipazione alla vita sociale e pubblica con conseguenze di natura fisica e psicologica. Si stima che una donna su dieci non possa permettersi l’acquisto di prodotti sicuri e igienici per il ciclo mestruale: ecco la povertà mestruale.
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VARIAZIONE NEL TEMPO DELL’ALIQUOTA SUL CICLO MESTRUALE
Nel nostro paese i prodotti igienici femminili, come anche i pannolini per i neonati, sono stati sottoposti all’aliquota ordinaria del 22 % fino al 2022, momento in cui c’è stato un ribasso fino al 5%, per poi arrivare nuovamente al10%, perché non considerati beni di prima necessità. Una presa di posizione istituzionale, è auspicabile per allinearsi con le battaglie portate avanti da associazioni e movimenti femministi in tutto il mondo, che da anni ormai chiedono di riconsiderare questo tipo di tassazione attraverso accese proteste e petizioni.
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DIFFERENZE CON IL MONDO
Con la nuova misura, che riporta l’aliquota al 10%, si approfondisce il divario con Paesi come la Scozia, che dal 2020 prevede l’erogazione gratuita degli assorbenti ed in particolare:
- Il Canada ha scelto di abolire la tassazione nel 2015
- Così come in Australia dove dal 2018 si è passati da un’aliquota del 10% all’abolizione totale dell’imposta
- Il Kenya nel 2004 è stato il primo Paese a diminuire la tassazione dei prodotti igienici femminili e dal 2011 ha attuato un progetto per distribuire gratuitamente assorbenti nelle scuole
- A seguito di proteste e manifestazioni, infine, anche l’India dal 2018 ha completamente abolito la tampon tax che fino ad allora prevedeva un’aliquota del 12%
- In Francia dal 2024 i prodotti riutilizzabili sono rimborsabili al 100% per le donne di meno di 25 anni.
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FREENAPPY ABOLISCE LA TAMPON TAX SUL CICLO MESTRUALE
FreeNappy tratta prodotti biodegradabili ed ecologici ed aiuta le donne restituendo all’acquirente il valore della tampon tax, ovvero quel 10%. Comprando assorbenti ecologici ti ricarichiamo una tua personale Gift Card spendibile sul nostro sito senza limitazioni, cumulabile nel corso del tempo con altri acquisti di prodotti per il ciclo mestruale. Il saldo della gift card si aggiornerà ad ogni acquisto.
I Paesi da cui prendere esempio non mancano. La battaglia su questo tema non è solo una questione femminile: coinvolge tutti perchè ha a che fare con la dignità degli individui e con la qualità delle nostre democrazie.